Bene, ora si inizia a fare sul serio!
Una storia come tante entra nel vivo
Parte il calvario dei miei poveri genitori, protagonisti della prima parte di una storia come tante. Mentre vedono il proprio pargoletto crescere, si materializza sulle loro spalle una piccola croce che, più passa il tempo, più diventa voluminosa e pesante. Una vera e propria agonia.
Mi imbatto nella mia prima cunetta personale alla veneranda età di appena un anno suonato. E in effetti, è suonato forte chiaro quando ho guadagnato i miei primi due punti di sutura. Ebbene si, caddi!
Come una goccia che cade di soppiatto dentro un calmo letto d’acqua e lo sconvolge, così la mia povera testa andò ad infrangersi contro il pavimento con un tonfo più simile al rumore di due auto che si scontrano frontalmente.
Eppure ricordo bene la mia statura minuta, ma il mio peso corporeo dell’epoca mi sfugge. Mentre, sembrerebbe abbastanza chiaro che tutto accadde mentre giocavo con qualcosa. Ammesso che ci fosse realmente qualcosa con cui giocare.
Verificato il danno, fui raccolto dolcemente e trasportato d’urgenza verso l’ospedale più vicino. Mia madre, sconvolta. Mio padre, frustrato. Sfortunatamente per voi e per loro, se una storia come tante continua, vuol dire che sono sopravvissuto.
Tornando al mio povero padre, mi piace immaginare che all’epoca, il suo pensiero fosse: “ah, questo è proprio un piccolo deficiente travestito da bambino. Iniziamo a farci la croce”. In quel preciso momento, iniziò a comprendere la gravità della situazione. Ma non comprese che sarebbe stato solo l’inizio.