L’Italia della formazione digitale: tra social network, gruppi facebook e gamification.
Che sia l’anno delle academy digitali e del community learning?
Continua la crescita degli utenti da mobile
Nel Belpaese, nonostante l’ancora attuale acerbità, il digitale resta in crescita annua costante. Da un report pubblicato sul sito We are social, viene evidenziato un forte aumento degli utenti attivi sui social network.
Il traffico proveniente da dispositivi mobile raggiunge il 52%, ben 31 milioni di italiani.
Particolarmente interessante la crescita del dispositivo mobile, del quale l’utente italiano ha sempre più bisogno.
Scendendo più a fondo, l’analisi di un altro report del 2019 (Fonti: Hootsuite, We are social) mette a fuoco il bisogno dell’utente italiano di utilizzare una piattaforma social, piuttosto che un’altra.
Da questa veloce rassegna di dati analitici, emergono alcuni spunti per delle riflessioni digitali.
Partiamo dalle opportunità di condivisione, confronto e fruibilità: per tali motivi, la crescita delle possibilità digitali è direttamente proporzionale a quella dell’utilizzo dei social network attraverso dispositivi mobile e desktop.
Di conseguenza, ambiti come quello della formazione, dell’intrattenimento e del lavoro diventano particolarmente accessibili e fruibili, in Italia come nel resto del mondo. Inoltre, nel Belpaese il focus va proiettandosi sempre più verso la gamification e l’interazione.
Infine, la domanda: “come sfruttare a proprio vantaggio questo cambiamento?”
Le academy digitali: un percorso di formazione
Grazie alla loro struttura di apprendimento completamente online learning, l’utente riceve formazione e valutazione da casa propria senza il bisogno di dover raggiungere una sede fisica.
Google, attraverso i suoi strumenti, promuove da diversi anni questo tipo di interattività digitale: dai fondamenti di marketing del Digital Training delle Eccellenze in digitale; alle academy degli strumenti online, Google Analytics e Google Ads.
Qualche anno dopo, anche altri colossi del web si adeguano alla via accademica: Facebook, per esempio, crea la Blueprint online academy per incentivare la formazione sui suoi strumenti di social media business.
In sostanza, l’academy digitale è una scuola di formazione online. Può essere integrata ad un’azienda e rivolta esclusivamente ai suoi dipendenti. Oppure messa a disposizione di chiunque sia interessato ad implementare le proprie skills, digitali e non, attraverso una formazione specifica.
Basti pensare a piattaforme e-learning come Udemy e Lacerba che consentono a docenti e formatori di mettere in vendita i propri corsi online mentre i potenziali allievi possono acquistarli a prezzi competitivi.
Il tutto articolato via web fra video lezioni, esercitazioni, materiali didattici e certificati di fine corso.
Le piattaforme digitali di questo genere aumentano costantemente, confermando che la scalata delle academy digitali nella classifica dei trend più seguiti in Italia continua.
Il metodo del community learning: i gruppi Facebook
Le community sono insiemi di utenti iscritti ad uno o più gruppi per soddisfare un bisogno comune, attraverso il confronto e la condivisione con gli altri membri del gruppo. Learning, invece, sta per apprendimento.
Il community learning è il metodo di apprendimento fondato sulle community digitali, come i social network e i gruppi Facebook.
Questi ultimi, considerata la mole di iscritti alla piattaforma social che già li ospita, riducono le distanze dal pubblico.
Basti pensare che, nell’ambito della formazione digitale, è sufficiente mettere a disposizione degli utenti contenuti formativi specifici, ma non troppo, per attirare l’attenzione.
Poi, alimentare discussioni ed interazioni didattiche mantenendo un profilo medio, affinché il gioco continui a funzionare.
Dopodiché, acquisita una certa autorevolezza fra i membri della community, si procede con la diffusione di video lezioni interattive legate ad un percorso formativo completo, ospitate su siti internet o piattaforme e-learning.
Perciò, i gruppi Facebook risultano molto più semplici da creare e gestire.
Gli utenti sono già presenti su un social network, bisogna solo attirarli e interessarli.
Di seguito alcuni dei maggiori gruppi Facebook italiani, appartenenti all’ambito del marketing digitale, sviluppati con l’ausilio del community learning:
- Supporto Sos-wp, nato per coloro che vogliono imparare ad utilizzare WordPress, il più diffuso CMS esistente;
- Tutto SEO e Fatti di SEO, creati per tutti gli utenti che hanno bisogno di apprendere ed approfondire le basi della Search Engine Optimization.
- Marketers e Google Advanced, per l’apprendimento e la condivisione di tecniche di funnel e campagne di advertising, social media e Google Ads.
Ognuno di questi gruppi ha i rispettivi siti internet e le proprie Masterclass digitali (con i relativi piani di studio formativi ed interattivi), grazie alle quali gli utenti possono colmare il bisogno di mettere in pratica quanto teorizzato attraverso la condivisione e il confronto con altri utenti del gruppo.
Per approfondire: il piano formativo di Tutto SEO e la masterclass.
Le community del social learning
Oggi, sviluppare un social network significa creare un bisogno da zero e farlo diventare necessità per l’utente.
Per approfondire: come nascono i social network, chi li utilizza e perché.
Nella formazione online, questa necessità viene colmata grazie al community learning ed alla gamification.
Quest’ultima rende possibile il gioco online a videogames, insieme ad altri utenti o contro di loro. Il tutto, nel bel mezzo di una community all’interno della quale condividere e interagire.
Nell’ambito della formazione digitale, le sfide avvengono a colpi di giochi attitudinali basati sulle principali materie: logica, matematica, informatica, storia, inglese, letteratura e marketing.
L’apprendimento, o meglio il learning digitale, avviene dal confronto con gli altri utenti della community.
Alcune startup innovative italiane, basate su gamification e social learning:
- Lebu.it, una piattaforma di community learning e gamification nata dalla società di formazione Cesim Italia nel 2014. “Abbiamo pensato di creare Lebu perché favorisse il superamento delle barriere naturali della formazione che separano le diverse organizzazioni” – da una dichiarazione del co-fondatore Marco Rosetti;
- Employerland.it, un’applicazione mobile di community learning e gamification, creata nel 2014 per il mondo HR allo scopo di mettere alla prova lavoratori ed aspiranti, attraverso quiz e giochi di cultura generale. “L’obiettivo sarebbe quello di supportare i giovani nel mondo del lavoro” – da una testimonianza del fondatore Gabriele Lizzani, docente di Marketing alla Sapienza di Roma;
- Wecanjob.it, portale di orientamento e formazione sul mondo del lavoro e delle professioni, nato nel 2015 da un team di psicologi della medesima Associazione Italiana. Un modello di orientamento che mette a disposizione un percorso di formazione online, in qualità di attività scuola-lavoro. Lo scopo è quello di offrire agli studenti, con una serie di simulazioni e test online, la possibilità di conoscere le proprie attitudini e scoprire eventuali interessi di studio da approfondire all’Università.
Tutte e tre le realtà fondano la propria forza nella gamification a scopo formativo e classificante.
Ciò vuol dire che, grazie ai continui games e test attraverso i quali ci si mette alla prova, è possibile migliorare la preparazione personale e l’approccio al mondo professionale.
Ma, da quale prospettiva viene realmente considerato il candidato?